mercoledì 16 dicembre 2015

Quella strana festa che è il Natale

Da trentenne col cervello di una cinquenne quale sono, ovviamente ho sempre amato il Natale con tutta me stessa.
In realtà più che del giorno di Natale sono sempre stata una fan accanita della vigilia di Natale. Non c'è gara ragazzuoli, nel modo più assoluto. Impacchettare i regali e cucinare con la tele accesa e spararti qualcosa tipo 6 ore di film/cartoni natalizi vince su tutto. E poi si sa che l'attesa è sempre la parte migliore di qualsiasi cosa. Quando la mattina del 25 ti svegli tra telefonate di auguri ai parenti lontani (quindi nessun regalo) e il pranzo coi parenti vicini (che comunque vedo solo un giorno  all'anno e che quindi mi fanno regali di merda), ormai è già tutto finito. E la sera c'è sempre quella sorta di melanconia, non ci sono più regali a cui pensare e cene da incastrare, le serie tv sono tutte in pausa,  e ti rendi conto che un altro anno è agli sgoccioli. 

La situazione descritta sopra è generalmente vera, o almeno vale sicuramente per gli anni passati. Ma quest'anno non m rendo ancora conto che è quasi giunto il momento più magico dell'anno. Sarà che quest'anno hanno anticipato troppo i tempi con addobbi ovunque e mi sono "immunizzata"?
Per fortuna ci sono i media a infondere quello spirito da aiutante di Babbo Natale a tutti noi esseri umani con altre mille cose per la testa. In rete è tutto un "DIY" di qua e "guide sui regali" di là. Approfitto per fare un appello che tanto nessuno leggerà: non esiste solo il Natale, santissima pazienza, in cui peraltro pochissimi credono.
Nel mondo più o meno reale che mi circonda invece vedo gente che smadonna perchè DEVE fare regali, DEVE pensare ai menù, DEVE incastrare cene con colleghi, amici e conoscenti, sempre sorridendo s'intende. Poi per compensare le abbuffate in compagnia digiuna in solitudine e si sfonda in palestra, perchè non è vero mai che se ingrassi per le feste non conta.  E se hai anche solo un accenno di raffreddore col cavolo che ti bacio per farti gli auguri, non provare neanche a pensare di avvicinarti, tanto già lo sai che ti voglio bene.  
In pratica due universi parelleli. Con me nel mezzo, che rimango divertita dalle vicende e scleri altrui, bevendo vin brulè. 

E siamo a - 9. 



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