giovedì 21 novembre 2013

Voglia di cinema #7: Venere in pelliccia, di Roman Polanski

Venere in pelliccia, di R.Polanski,  drammatico, durata 96 min,  Francia/Polonia,   2013
La difficoltà di mettere per iscritto la mia opinione su questo film, non la potete immaginare se non l'avete visto pure voi. Mi ha colpito ed "esaltata" moltissimo, ma anche lasciato svariati quesiti senza risposta , a causa dell'ambivalenza o ambiguità ( a detta dei protagonisti), voluta di proposito dal regista stesso.
Thomas (Mathieu Amalric, veramente somigliante al reale regista Polanski) è un registra teatrale alle prese con l'adattamento teatrale del romanzo erotico "Venere in pelliccia", dell'autore austriaco Leopold von Sacher-Masoch, e pubblicato nel 1870.
Dopo una giornata intera passata a provinare attrici per la parte di Wanda von Dunajew, arriva a sera stanco e senza speranze di trovare la personalità giusta, e proprio mentre si avvia verso casa, compare
Vanda (Emanuelle Seigner), che nonostante l'aspetto piuttosto disperato e fuori tempo massimo, riesce ad ottenere un'audizione.
Dalla prima battuta, Thomas si illumina e capisce che nessun'altra come lei è perfetta per quel ruolo, anzi Vanda è Wanda.
Da qui inizia il gioco tra i due, e a mio pare tra Polanski e noi spettatori. Diventa tutto un entrare e uscire e rientrare dal romanzo alla realtà, tra la Vanda letteraria e quella reale, tra l'autore letterario e quello teatrale, tra la rappresentazione teatrale e la rappresentazione cinematografica.  
E viene da domandarsi: ma Vanda chi è e dove viene? Domanda che tra l'altra si pone anche Thomas.
Come fa ad avere il copione? E a saperlo tutto perfettamente a memoria tra l'altro, se l'aveva giusto sfogliato in metrò! Come fa a sapere tutto riguardo la compagna di Thomas, che non compare mai, ma è continuamente presente attraverso le telefonate. Ma soprattutto come può Vanda  impersonificare perfettamente Wanda, così tanto diversa da lei?
Sembra quasi che Polanski ci voglia insinuare il dubbio che non sia una persona reale.
La tensione erotica è sempre presente, dagli atteggiamenti provocatori di Vanda, all'intesa tra i due protagonisti, alla metafora del cactus della scenografia.
Ma non c'è mai un accenno di volgarità, neanche nel capezzolo quasi sempre in vista di Vanda. E' sensualissima, punto e basta.
Penso che non basterebbero ore per scrivere tutti gli aspetti e gli interrogativi che il film mi ha lasciato, ma non vorrei spoilerare nulla, e dovete vederlo!
P.S. Geniale l'idea di mettere come sfondo ai titoli di coda varie rappresentazioni storico-artistiche del soggetto Venere, tiene incollati alla poltrona fino all'ultima riga!


martedì 19 novembre 2013

Dark Tuesday Mood

Cosa c'è di peggio del lunedì?
Il martedì, senza ombra di dubbio!
Per me è sempre stato così da quando ho memoria, è finita la carica del weekend, e certe cose che di lunedì puoi rimandare, bè col martedì non hai più scuse...
Ma che possiamo farci? Forza e coraggio!

Bevo un bel bibitone caldo, al limite del bollente





Indosso il mio sorriso migliore, e anche l'outfit migliore . 


umore scuro by Chicca2383
Velvet Front Cowl neck Sweater £99.00

 Helmut Lang Wool & Alpaca Snood  £60.00
 
Red Kilt Skirt £10.00
Ilse Jacobsen Women's Short Rubber Boot - Black Plum £115.91
Wilson Bag £250.00

Studded Tights £26.00 £18.00
No7 Poppy King Lip Crayon - Raindrops Collection  £11.50
Ok, l'outfit che ne è uscito è un po' cupo,  del resto come il tempo fuori dalla finestra, ma con un bel sorriso recupero subito!
Buon proseguimento di settimana a tutte!





domenica 17 novembre 2013

Voglia di cinema #6: Wolf Children



Wolf Children, di  Mamoru Hosoda, Animazione, durata 117 min. - Giappone 2012




La storia ci viene raccontata dalla voce fuori campo di Yuki, e al di là della particolarità sua e del fratellino non ha niente dello straordinario.
E' vero che sono dei wolf chidren, ovvero metà lupi e metà bambini, ma non sembra essere questo il tema che Hosoda voglia sviluppare, ma bensì i problemi di una vita famigliare,
problemi universali.
I genitori di Yuki e Ame, si conoscono all'università, cominciano a frequentarsi e come in tutte le storie si innamorano. Niente di più normale, se non fosse che il papà è un licantropo. E i figli nasceranno con la stessa natura. Ma mamma Hana è felice, ha tutto quello che desidera.
Fino al momento che si ritrova a crescere da sola questi due bambini speciali, perché il loro papà muore.
Hana ha difficoltà a gestire un qualcosa che non conosce, quando i figli si ammalano non sa se rivolgersi al pediatra o al veterinario, e i vicini si accorgono che c'è qualcosa di strano nel loro appartamento.
Così si trasferiscono in una casa ai piedi di una montagna, e ricominciano tutto da zero, pensando che in un posto isolato sarebbe stato più facile nascondersi, sottovalutando l'aspetto che invece in un villaggio così lontano dal mondo, la comunità è molto più unita, e pronta a darsi aiuto l'un l'altro.
Quindi al contrario delle intenzioni iniziali, comincerà proprio qua l'integrazione di questa famiglia speciale col mondo esterno. L'irrequieta Yuki, muore dalla voglia di andare a scuola, e dopo mille promesse di non trasformarsi mai in pubblico, il suo desiderio verrà esaudito, e avrà modo di confrontarsi con le altre bambine, imparando così come ci si comporta in una società.
Mentre Ame ha un'indole molto differente dalla sorella, è più solitario, all'inizio sembrerà una fragilità, ma appena accetta la sua natura fino in fondo, ne farà la sua forza.
Le scelte inevitabili dei due wolf children non avverranno senza contrasti e sofferenze, e Hosoda vuole mostrarci esattamente questo, quanto i processi di crescita e maturazione siano sempre frutto di scelte difficili e dolorose, di quanto qualsiasi madre, per quanto voglia il bene dei figli più di qualsiasi altra cosa al mondo, molte volte non si senta all'altezza di educarli, e avrà sempre difficoltà ad accettare la loro indipendenza.
Putroppo ho letto che quest'anime è stato proiettato solo per un giorno, ma non lasciatevelo scappare, è una piccola perla.
Regala un' atmosfera di una tenerezza infinita e commuoversi è inevitabile.
                        

Dicono che Hosoda sia l'erede di Miyazaki, con cui aveva collaborato al Castello errante di Howl. Io questo non so dirlo, forse l'ho trovato più umano e introspettivo, ma sicuramente ho voglia di vedere molto altro di suo.


sabato 16 novembre 2013

Un sabato pomeriggio bolognese di metà Novembre

Andando all'appuntamento annuale del CioccoShow Bolognese, mi sono sentita ispirata da questa città che amo, e alla cui bellezza non mi abituerò mai, nonostante ci sia nata.

Queste foto rappresentano solamente il mio tragitto tra la fermata del bus e la nostra Piazza Maggiore, e basta.
 Non sono andata alla ricerca di niente.

Penso non ci sia bisogno di dire altro.














Buon fine settimana a tutti voi!

venerdì 15 novembre 2013

E' stato bello, è finita, ma è stato giusto così


 

Dal titolo del post sembrerà tutto una gran presa per il culo, scusate ma non lo è.
Anch'io sono arrivata alla fine di Breaking bad, serie di cui non starò qui a spiegare la trama, perché è ultra famosa, nel caso per voi non lo sia cercate su Wikipedia, e soprattutto iniziate a guardarla.
Non farò spoiler, perché non è mia intenzione entrare nei dettagli specifici di quello che è successo, voglio solo fermare ciò che provo, per iscritto, nel caso un giorno lo dimenticassi.

Impossibile dire che mi fossi affezionata al protagonista, Walter White, perché è inimmaginabile provare sentimenti anche solo lontanamente positivi per questo individuo (nel mio cuore  c'è posto solo per Hank e un pochino anche per Jess). Un manipolatore che usa la sua immensa intelligenza per sfruttare a proprio vantaggio le debolezze di chi ha intorno, famigliari compresi.
Giustifica ogni atrocità, in nome del futuro dei suoi cari, rifugiandosi dietro la malattia. E nonostante non se la meriti, sembra avere una gran fortuna, in ogni circostanza riesce a cavarsela, molte volte con una gran botta di culo, passatemi l'espressione, comunque alla fine vince sempre lui.
Ma ad ogni azione corrisponde una reazione. E quando sembra essere tutto finito bene,  anche se un bene con milioni di virgolette, accade l'inevitabile. Tutto crolla, e a ritmo tanto serrato, che a volte ho pensato, col cuore in gola, di non farcela e
spegnere tutto.
Ma ho resistito e sono rimasta, assalita da tutte le emozioni che Vince Gilligan, l'ideatore della serie, ha voluto suscitare nello spettatore. E sono arrivata al finale esausta, stordita e con una bella dose di malinconia, perchè stato giusto così.
Grandissimi anche tutti gli attori, dal primo all'ultimo, persino la piccola Holly di appena un anno sembra recitare negli ultimi episodi.
La fotografia è pazzesca, perfetta nei dettagli nascosti, e con inquadrature e punti di vista che non ti aspetteresti mai e poi mai.
Ma soprattutto è finita quando doveva finire, non prima e non dopo.
Meritatissimi tutti i premi ricevuti, tra cui nove Emmy Award, cinque  Satellite Award, tre  Saturn Award, tre  WGA Award e due TCA Award.
Ora ho quella strana sensazione di sentirmi "piena", e di non voler comiciare altro.
Come tutte le volte che qualcosa di bello finisce.
Scusate il tono forse troppo drammatico di tutto il post (sono consapevole che sia una serie tv e basta), se non avete seguito la serie (fatelo!) probabilmente mi prenderete per pazza. Se invece anche voi ne siete arrivate la fine, credo capirete, quindi fatemi sapere!



giovedì 14 novembre 2013

Diario di una vegetariana nella terra dei carnivori #9: Vellutata bianca

Qualche giorno fa mi sono ritrovata sulla pagina di google+  la ricetta di una velluta, postata da un sito salutista, mi pare.  Nuova tecnologia, grazie!
Mi sembra di averlo già scritto, ma se la vellutata chiama, io rispondo.
In più sono a dieta, piove e fa freddo, quindi potete immaginare...
E poi sembrava fare al caso mio, in quanto adoro il riso venere, ma non mangiando il salmone ( e nessun altro pesce o animale), mi ero un po' annoiata a mangiarlo bollito con l'olio, solo e soletto, e questa ricetta cosa prevede? Il riso venere!
Io, ovviamente, l'ho ricreata a modo mio, con quello che avevo in casa e a mio gusto.
Lo zenzero stranamente mi manca, e i pomodorini mi sembravano troppo acidi per questa vellutata, che è uno dei piatti più delicati che io abbia mai mangiato nella vita.
Provatela, è una delizia, e nonostante sia dietetica e sana, è super appagante!



   VELLUTATA BIANCA


Ok, la foto non è tra le più invitanti, ma dovete credermi, è super bbbuona!



Iingredienti per 2 persone, anche 3:

  • olio
  • uno spicchio d'aglio
  • una cipolla molto grande
  • una patata di medie dimensioni
  • 400 g di cavolfiore, tutto, anche le foglie o gli scarti
  • un litro di brodo vegetale
  • 100 g di ceci secchi
  • 100 g di riso venere


Preparazione:

  • La sera prima mettere a mollo i ceci secchi (acqua sarà 3 volte i ceci)
  • Ora per prima cosa lessa i ceci, che ci vorrà circa un'oretta
  • Soffriggi leggermente con un cucchiaio di olio l'aglio e la cipolla, entrambi già tagliati
  • Aggiungi la patata e il cavolfiore a cubetti e lasciare "rosolare" per 5 minuti
  • Copri tutto con un litro di brodo vegetale, bollente per non bloccare la cottura, e lascia andare per 40 minuti
  • Lessa il riso venere a parte, per circa 15 minuti
  • Passati i 40 minuti delle verdure, aggiungi i ceci già lessati, e frulla tutto col minipimer, fino a quando non ottieni la consistenza desiderata
  • Versa il riso venere e voilà!



Se conoscete altri abbinamenti per il riso venere, per favore lasciate un commento!


mercoledì 13 novembre 2013

Voglia di leggere #6: Dodici, di #Zerocalcare

Eccomi ancora qui a scrivere di lui, Zerocalcare.
Ultimo post per un po', lo prometto!

Questa volta per me è più difficile parlarne, mi è piaciuto, ma non ai livelli a cui mi ero abituata. L'ho letto già consapevole di cosa potesse essere, perché sapevo delle critiche, ma non per questo meno con meno voglia.
La mia comunque non è un'opinione negativa, voglio dire ci può stare, prendersi una "pausa" con una storia più leggera. Non disegnare più su di sé. Ispirarsi agli zombie, con chiarissimi riferimenti alla serie del momento "The walking dead".
Io consiglio vivamente l'acquisto anche di questo album in ogni caso, ma non come primo approccio al nostro Zerocalcare, anche se purtoppo credo proprio che sarà stato così per molti, essendo in classifica tra i libri più venduti da quando è uscito in libreria.

Zerocalcare, non è il protagonista della storia, diversamente dal suo solito , perché lo ritroviamo privo di sensi a metà della narrazione, scusate ma è evidente già dalla copertina.
I suoi compagni, in questa ambientazione di Rebibbia apocalittica invasa dagli zombie, sono il Cinghiale, Secco e Katja, che cercaranno di sopravvivere, aiutandosi a vicenda.
Tutti fanno la parte degli eroi, come i dodici eroi del gioco  "Streetfighterduevirgola, il faro della civiltà occidentale", ma in realtà i motivi per cui sono nelle situazioni in cui sono,  sono le debolezze in cui
chiunque di noi può rivedersi, Katja super compresa.
Ma niente spoiler, tranquilli!
 Il vero protagonista è il quartiere di Zerocalcare, Rebibbia, quartiere dove è vissuto da sempre, e per il quale dimostra tutto il
proprio senso di appartenenza, con varie dediche, anche palesi.
"Ma dovendo proprio morire da solo, meglio qua che a Roma Nord. Qua è casa mia. Nel mio quartiere, Rebibbia, o quel che ne resta."
"Rebibbia regna"
Forse è per questo, che non sono del tutto d'accordo con chi dice che sia il primo album di Zerocalcare non autobiografico, io continuo a conoscerlo attraverso i dettagli (il SOLDINO, cazzo!) e riferimenti ai suoi ricordi, ai personaggi della sua infanzia, che sono gli stessi miei, o al poster in camera su Genova (G8).
Insomma sono contenta di non essermi persa neanche questa sua opera, e continuo ad aspettarlo sul suo blog ogni maledetto lunedì su due.


lunedì 11 novembre 2013

Mood di un lunedì uggioso

Lunedì, pioggia e freddo...
Tutti quelli che si sono lamentati delle temperature troppo miti, ora saranno contenti.
Io per nulla.


Comunque, nonostante tutto, il mio mood di oggi è così:
allegro e sportivo...




Loose Cable Knit Orange Cardigan



High-waist Blue Skinny JeansWomen's Wilsons Leather Suede Moccasin - Wilsons Leather


E il vostro?




 P.S. Ovviamente i miei fianchi sono molto più larghi di così...



sabato 9 novembre 2013

Diario di una vegetariana nella terra dei carnivori #8: La #polenta verde

Questa non è una ricetta di mia invenzione, che poi non lo è quasi mai, dal momento che mi sono state "tramandate" quasi sempre da qualcuno, però questa in particolare l'ho proprio copiata pari pari da una rivista di mia mamma, mi pare da un opuscoletto del Conad, ma potrei sbagliarmi.
Comunque dato che sono in una fase di sperimentazione, quando l'ho letta non ho resistito, perché concilia uno di quei grandi classici che fa subito autunno, ovvero la polenta, con una nota nuova, ovvero gli spinaci.
L'ho subito pensata come una valida (e anche moooolto più light) alternativa alla polenta con la salsiccia che a casa mia va per la maggiore.
Perlomeno è un qualcosa che non ti aspetti, almeno io non me l'aspettavo assolutamente. Ovviamente in positivo!

Bando alle ciance vi lascio la ricetta  ( sappiate che io in sostituzione del burro, 60 g, ho aggiunto un cucchiaio di olio in più) e buon appetito a tutti!


                                            Polenta verde




Ingredienti per 4 persone:
  • 200 g di spinaci freschi
  • un litro di brodo vegetale
  • 2 rametti di rosmarino
  • 300 g di polenta (precotta)
  • sale
  • pepe macinato
  • noce moscata grattugiata
  • 60 g di parmigiano grattugiato
  • 3/4 cucchiai di olio di oliva
  • 5/6 spicchi di aglio
Preparazione
  • Dopo aver lavato e mondato gli spinaci, li lascio sgocciolare e li trito finemente
  • Faccio bollire il brodo col cucchiaio di olio, in sostituzione del burro, aggiungo il rosmarino, e poi anche la polenta
  • Spengo il fornelli e lascio riposare per circa 20 minuti, finchè la polenta si è addensata, mescolando di tanto in tanto 
  • Tolgo i rametti di rosmarino e incorporo gli spinaci
  • Insaporisco con sale, pepe e noce moscata
  • Riscaldo il grill del forno e fodero la teglia (30x40) con la carta da forno
  • Allargo la polenta sulla teglia
  • La spolverizzo col parmigiano e la condisco con l'olio di oliva
  • Distribuisco sopra gli spicchi di aglio
  • Passo la teglia sotto il grill del forno per circa 10 minuti
A me è venuta benone al primo colpo, ne segue che è veramente alla portata di tutti!
Provateci e se vi va fatemi sapere cosa ne pensate!!





giovedì 7 novembre 2013

AUTUMN BOOK TAG



Un tag carino in cui mi sono imbattuta sul Tubo, sul tema autunnale libresco e anche non.
Rispetto alle ragazze americane di cui ho visto i video sono in ritardo di un paio di mesi...
Ma va bè, iniziamo!

      Cosa preferisci dell'autunno?


       Leggere al calduccio (sotto il piumone è il massimo) un libro avvincente con a portata di mano una tazza di tè fumante 
 mentre fuori c'è un tempo da lupi.



Qual è il libro che nei tuoi ricordi ti riporta indietro ai giorni di scuola?


Un qualsiasi libro di Roald Dahl , in particolare Streghe, mi ricorderà sempre il periodo delle elementari,  da piccola infatti avevo la fissa delle pozioni magiche.
Un enorme buco nero per quel che riguarda le medie, purtroppo.
Da più grande, ai tempi del liceo, mi sono rimasti particolarmente impressi nella memoria Madame Bovary che ho odiato, e Il ritratto di Dorian Grey, che invece ho inaspettatamente amato.

Qual è la tua storia preferita di Halloween?

Non ricordo di aver mai letto nulla sul tema di Halloween, non sono appassionata di questa festività, però se posso barare un po' ( please), da bambina ero in fissa col film Hocus Pocus.
Qual è il tuo film horror preferito?

Non è molto il mio genere, ma ai tempi ero rimasta molto "colpita" da Scream, e nonostante le conseguenze spiacevoli (avere paura di stare in casa da sola), mi sono fatta del male e li ho visti tutti, o almeno credo.
Quale libro in uscita stai aspettando per questo autunno?

Allora diciamo che sono già uscite da circa una ventina di giorni, ma sto aspettando di leggerli, e sono: l'ultimo capitolo di Bridget Jones, Un amore di ragazzo, e Dodici, l'ultimo fumetto di Zerocalcare.
Quale film in uscita stai aspettando per questo autunno?

Before Midnight, ultimo capitolo della trilogia romantica di Jess e Celine, The wind rises, l'ultimo film (a suo dire per sempre) del maestro Miyazaki, e per ultimo con un po' di imbarazzo ammetto di aspettare dall'anno scorso La ragazza di fuoco.
 
  
Mostra 3 libri che speri di leggere in questa stagione!

 
 
Leggerezza, divertimento, e per finire dramma, che fa molto autunno...
Spero che questo tag vi sia piaciuto, o almeno di avervi tenuto compagnia per circa un minuto e mezzo e... 
SIETE TUTTI TAGGATI!!!!!!!!!!!!!

mercoledì 6 novembre 2013

Voglia di cinema #5: Before Midnight

Before Midnight, diretto da Richard Linklater, Usa, 2013, 109 minuti. 



Finalmente insieme, niente più incontri casualmente fortunati. Dopo 20 anni, Jesse e Celine (rispettivamente Ethan Hawke e Julie Delpy), ora quarantenni, sono ufficialmente una coppia, con tanto di figliata gemellare.
Come nei film precedenti, Before sunrise e Before sunset, li vediamo in un frammento temporale limitato, una giornata di vacanza agli sgoccioli in Grecia. Quando prima sembrava che le loro strade si potessero unire, e così è stato finora, ora le vite di entrambi li pongono ad un bivio. Il figlio che Jesse ha avuto dalla precedente relazione, cresce senza un padre a Chicago (non esattamente comoda a Parigi dove invece vive lui), mentre Celine ha nuove prospettive lavorative, in cui crede e non vede l'ora di mettersi alla prova dopo aver cresciuto le gemelle, a sentir lei da sola.
Se nel primo film della trilogia immedesimarmi è stato naturale per l'età in cui l'ho visto e "vissuto", nel secondo ho provato un po' la delusione di chi si rincontra dopo anni, va tutto bene per carità, ma le aspettative erano assai alte. Ora finalmente la fine, che poi fine non è mai. Da quello che potrebbe essere a quello che è stato.
Il racconto degli ultimi 10 anni, che noi spettatori non conosciamo, ci viene proposto in pillole sparse, qua e là, tra una
passeggiata romantica ricordando i bei momenti, e tra discussioni e rinfacci di sacrifici di entrambi.

Io ancora non sono in quella fase della vita, però i meccanismi classici del litigio di coppia li ho riconosciuti, e dal di fuori è facile essere oggettivi.
Anche se non è bello da dirsi io mi sono riconosciuta molto nella caratterizzazione un po' isterica di lei. Grazie che te uomo riesci a mantenere la calma, quando è tutto sulle spalle mie!

Il ritmo del film prende il via verso metà, quando finalmente troviamo i protagonisti da soli a chiacchierare di qualunque argomento, un po' come ci avevano abituati in passato.
Tocca l' apice con l'inizio della discussione, anche perché finalmente ci viene permesso di capire come siano arrivati fin qui, la loro crescita e la loro vita.

Io mi sento di consigliare questo film a chi può interessare un film basato esclusivamente sui dialoghi e sui pensieri, che spesso ci regalano emozioni più intense di mille effetti speciali.
Ovviamente da vedere dopo Before sunrise (imperdibile) e Before sunset.

martedì 5 novembre 2013

Diario di una vegetariana nella terra dei carnivori #7: Torta di porcini

Ieri era il giorno del mio moroso, ovvero del suo trentesimo compleanno, che per festeggiare ha avuto l'idea di organizzare una serata in stile apericena, ovvero alcolici + buffet.
Un buffet per carnivori, ho subito pensato...
Così m'è venuta l'ideona di offrirmi come cuoca volontaria, per limitare i danni. Come ho scritto in un vecchio post, ormai mi fido solo di me stessa...
Con il farro al pesto e pomodorini (tutto freddo) me la sono sbrigata veloce veloce, poi una bella infornata di pomodorini gratinati, così semplici e così di successo, una torta salata di porcini (che avevo trovato al bancone dei surgelati sfusi con lo sconto del 40%), e una torta dolce di zucca.
Il moroso non fidandosi completamente della mia riuscita positiva, ha cucinato dei pisellini con cipolla, patatine e per gli onnivori tramezzini col tonno e un arrosto.
Dai non c'è male, sono sicura che grazie a me siano state risparmiate molte vite animali. 
L'ho trovato un interessante esperimento sociale: tramezzini e arrosto hanno avuto la precedenza su tutto il resto.

Come si può preferire l'arrosto e il tonno (in scatola) ai porcini???????????????????????? O al pesto???????????????  Ma dove cazzo vivo??????? Nella terra dei carnivori...
Vi lascio la ricetta della torta di porcini, che rimane un'ottima alternativa alla carne per una situazione festaiola. Auguri!



                                          Torta di porcini





Ingredienti per 8 persone
  • pasta sfoglia già pronta
  • 250  g ricotta
  • 4 uova
  • 1 cipolla
  • 350 g di porcini surgelati (non avendone a disposizione di freschi)
  • olio
  • sale
  • noce moscata
  • 2 cucchiai di parmigiano
Preparazione
  • Accendi il forno a 200 °
  • Fare il soffritto con la cipolla tagliata (e ovviamente, ma sai mai, l'olio)
  • Una volta imbiondita la cipolla aggiungere i porcini
  • Mentre i porcini cuociono sbattere le uova
  • Versa la ricotta nelle uova e continua a sbattere finchè  la "crema" non sarà omogenea
  • Aggiungi sale, un cucchiaino di noce moscata, e i 2 cucchiai di parmigiano grattato
  • Prepara la pasta sfoglia sulla teglia, bucherellando il fondo con la forchetta
  • Ora che i porcini hanno finito di cuocere, versa la "crema" e mescola bene tutto quanto nella pentola e poi riempi la teglia con la pasta  sfoglia.
  • Metti nel forno per 30 minuti, al massimo 40.
Voi quali alternative usate alla carne in contesti un po' più allargati del solito?
Fatemi sapere e buon appetito a tutti!

lunedì 4 novembre 2013

Voglia di leggere #5: La profezia dell'armadillo, di #ZeroCalcare + #LuccaComics2013

Sono reduce dal Lucca Comics (sono andata e tornata venerdì), era la mia prima volta e non sapevo bene cosa aspettarmi, ma appena salita sul primo treno, quello per Prato, l'ho capito. Gente, gente, gente. Gente ovunque. E caldo. Che insieme non sono l'accoppiata ideale, ma è un altro discorso.
Comunque se ero partita con le migliori intenzioni, dopo tutto il viaggio sul primo treno in piedi e l'impossibilità di salire sul secondo perché strapieno, a mezzogiorno già gliel'avevo data su. Avrei visto poco di fumetti, ma perlomeno avrei visto una nuova città. E invece neanche questo, perché essendo gli stand sparpagliati per tutto il centro storico (proprio piccolino), c'erano persone ovunque davanti, dietro e sopra a me, persone e stand ovunque.
Quindi mi sono consolata a fare il giochino di indovinare i personaggi dei cosplay. A proposito, complimenti a tutti per fantasia e coraggio di andare in giro così.
Forse i miei preferiti sono stati un gruppetto di persone vestite dai personaggi di Kiss me Licia. Licia, Mirko, Satomi e il mitico  Marrabbio. Insieme sono stati per me i più originali. Molti Joker, Spose cadavere, ecc..
Per tornare a noi, alla fine della fiera, son tornata a casa senza aver visto il fenomeno del momento dal vivo. Zerocalcare era lì da qualche parte, ma non ce l'ho fatta.
E ieri secondo voi che ho fatto per consolarmi?
Ovviamente mi son letta il suo capolavoro: La profezia dell'armadillo.
La profezia dell'armadillo, di Zerocalcare, edito da Bao Publishing, 2012,  p. 144


"Si chiama profezia dell'armadillo qualsiasi previsione ottimistica
fondata su elementi soggettivi e irrazionali spacciati per logici e oggettivi, destinata ad alimentare delusione, frustrazione e rimpianti, nei secoli dei secoli. Amen."
Il nostro Calcare, ora quasi trentenne, si racconta attraverso tante brevi scenette, che tutte insieme compongono la sua storia, di ricordi legati al periodo della scuola, quando aveva una cotta per Camille.
E' esilarante, esprime alla perfezione quello che sono i ricordi della mia generazione, ci sono certi riferimenti che secondo me i gggiovani d'oggi non coglieranno, sono precisi, la musica di quel momento, fatti di cronaca (alla battuta "lascia stare, che i vecchi non sai mai come reagiscono, magari sono come Olindo e Rosa" sono morta dal ridere).
Invece sono sicura che le ansie dei primi amori, problemi inerenti al lavoro siano universali, tutti abbiamo il nostro armadillo sulle spalle, più o meno ingombrante.
E' una di quelle letture da cui non riesci a staccarti, se non alla fine, anzi neanche.
Mi ha fatto ridere tantissimo, ma non solo e sarebbe riduttivo descriverlo come fumetto comico.
Voi l'avete già letto?