mercoledì 30 ottobre 2013

Diario di una vegetariana nella terra dei carnivori #6: Imbroccolata sfiziosa!

In un post precedente scrivo di come abbia imparato a cominciare il pranzo con un bella ciotolona di verdura cruda. Sempre! 
Ma ormai l'estate è finita, e con essa anche la stagione del mio adorato piatto "pomodori e cipolla con origano". L'insalata tutti i giorni che noia... Ogni tanto le carote sì, ma non vorrei diventare arancione...
Finchè un giorno mi sono imbattuta in uno dei tanti video su Youtube in cui si parla di nutrizione corretta,  e faccio la scoperta dell'acqua calda, i broccoli si possono mangiare crudi, quando cominciano a emanare i "cattivi" odori durante la cottura, che a me poi piacciono, è troppo tardi, hanno già perso ciò che hanno di importante per la nostra salute.
Così, poiché sono curiosa come una scimmia, ho fatto un esperimento per far mangiare a tutta la famiglia i broccoli crudi.


Imbroccolata sfiziosa




Ingredienti per 4 persone:

  • 500 g di broccoli
  • 40 g di pistacchi
  • 30 g uvetta
  • arancia
  • aceto balsamico
  • olio

Preparazione:

  • Frullo i broccoli con metà dei pistacchi, per mezzo minuto appena.
  • Aggiungo i pistacchi rimanenti e tutta l'uvetta
  • Per la salsa (credo di averla copiata da uno dei tanti programmi in tv, non ricordo quale) un cucchiaio di spremuta di arancia (il resto lo bevo), un cucchiaio di aceto balsamico, e tre di olio, mescolo, e ci condisco l'imbroccolata
Non metto sale, perché i pistacchi li ho trovati solo salati quindi a me basta così, ma se volete voi fate pure.
Diciamo che per essere "solo" verdura cruda, e non un piatto di lasagne, ha riscosso un discreto successo, con richieste di bis.

Se qualcuno ha altre proposte di ricette crudiste, per favore scrivete! ;)

lunedì 28 ottobre 2013

Voglia di leggere #4: Ninna nanna, di #ChuckPalahniuk

Ninna nanna, di Chuck Palahniuk, edito da Mondadori nel 2003, pagine 273
Primo libro di Chuck Palahniuk che affronto. Dopo varie ricerche su internet, pare che sia l'ideale per un primo approccio con questo autore e così decido finalmente di buttarmi, incuriosita e con tante speranze.
Il nostro protagonista Carl Streator, è un uomo di mezza età, vedovo e fa il giornalista.
Mentre è impegnato in un reportage sulla sindrome di morte improvvisa dei neonati, si rende conto che tutti i casi hanno un comun denominatore: un libro di filastrocche, aperto sempre a pagina 27. Basta leggere questo canto "della dolce morte" indirizzandolo verso qualcuno, e lo si uccide.
Carl sente tutto il peso di questo potere che non sa gestire. Sente il peso della responsabilità per la perdita della propria famiglia, figlia e moglie.
Finchè non conosce Helen Hoover Boyle, agente immobiliare specializzata in case infestate dagli spiriti, anch'essa ha perso la famiglia in misteriose circostanze.
Finalmente qualcuno con cui condividere questo potere, e la solitudine che ne deriva. Le ansie e i problemi di gestione.
Formeranno una "famiglia" insieme all'assistente di Helen,
l'aspirante strega Mona Sabbat, e al ragazzo di questa, Ostrica,
che rappresenteranno i figli, come potevano essere i loro se non fossero morti. E tutti insieme si metteranno in viaggio per tutti gli Stati Uniti alla ricerca di tutte le copie esistente di questo maledetto libro, per eliminarli tutti dalla circolazione.
Assisteremo allo scontro generazionale, "ogni generazione vuole essere l'ultima".
Arriveremo alla conquista della consapevolezza che non sempre siamo padroni di ciò che pensiamo e desideriamo, nell'antichità erano le divinità responsabili di ciò che volevamo, ora lo sono le pubblicità e i mezzi di comunicazione. Che la libertà forse non è sempre fare ciò che ci pare.
Personalmente, il romanzo m'è piaciuto sì, ma non l'ho trovato esattamente un capolavoro.
Il linguaggio crudo l'ho apprezzato, ma la scrittura non è molto scorrevole, forse per l'uso di frasi tutte brevi. Poi il finale che vira al genere fantascientifico, va a rovinare l'atmosfera che l'autore era riuscito a farci credere reale, nonostante la particolarità del soggetto.
Sicuramente proverò con altre opere di Palahniuk, per inquadrarlo meglio, per ora rimango soddisfatta un po' a metà.
Qualcuno ha consigli da darmi?

sabato 26 ottobre 2013

Diario di una vegetariana nella terra dei carnivori #5: aggiornamento dieta di ottobre

Eccoci qua dopo un mese. In realtà un po' in ritardo... però mi ero ripromessa di perdere un kg, e quindi ho aspettato di raggiungere l'obiettivo prima dell'aggiornamento. So che questo vuol dire barare un po'...

E' stata dura, tra il cambio di stagione, anche per 2 o 3 volte, i ritmi di vita più lenti, ma soprattutto la sciatica che va e viene, ho dovuto rivedere un po' il metodo.

Allora premettendo che io non sono capace di mangiare poco, non ho mangiato poco.

La colazione è cambiata rispetto quella estiva di sola frutta, sento bisogno di qualcosa che "duri" di più, quindi mi cucino il mio adorato porridge, con 30 g di fiocchi d'avena e più o meno 125 ml di latte di soia, una bella spolverata abbondante di cannella che amo (e abbassa anche l'indice glicemico), e una tazza di tè. Molto british, vero?

Altra cosa, la più importante e difficile, su cui sto lavorando, è mangiare solo se sento di aver fame, di aver finito più o meno di digerire il pasto precedente, non fino a sentire i morsi della fame, ma quel che conta è non mangiare per abitudine, imparare a tener un po' la fame, ma non troppo perché poi ad abbuffarsi ci vuol poco. Insomma bisogna imparare ad ascoltarsi. Anche imparare a mangiare finchè
è un piacere, e non andare oltre, cioè fino a dover slacciare il bottone dei jeans.
Quindi gli spuntini non li ho fatti proprio sempre sempre. Nel caso sono stati sempre con un frutto. Non importa quale, se più o meno calorico. Non sono un medico, ma la leggenda che una banana, o un cachi che sono di questa stagione, facciano ingrassare, mi fa infuriare. E' un frutto, e, mangiarlo lontano dai pasti, ci porta molti benefici. Gli zuccheri che fanno male sono ben altri, e ben nascosti.

Per pranzo, il mio primo piatto è SEMPRE una ciotolona di verdura cruda. A seguire dei cereali abbinati ai legumi è un'opzione molto frequente, perché ho imparato che per assimilare le proteine, è necessario associarli in quanto gli aminoacidi si completano, ed essendo vegetariana ci sto un po' attenta. Miglio con lenticchie, farro coi ceci, orzo coi fagioli.
Per cena molto spesso mangio gli avanzi dal pranzo, un po' di verdura cotta, un uovo sodo, 2/3 fette di pane rigorosamente integrale, e una o due volte la settimana un sostituto della carne come un hamburger di soia, alla napoletana, o il seitan. Ovviamente cotti alla piastra senza olio.
O dopo pranzo, o dopo cena, comunque quasi tutti i giorni non mi faccio mai mancare i miei sacri 10 g di cioccolata fondente al 90%.
Per quanto riguarda l'attività fisica, cerco di muovermi sempre a piedi quando possibile, e almeno un giorno sì e uno no, fare almeno 30 minuti di ginnastica in casa, o corsa/camminata, dipende dagli acciacchi della gamba... Cercare di non esagerare, che tanto c'è tutto il tempo, e l'importante è essere COSTANTI.
Al momento mi piacciono molto i workout di Jilian Michaels, avevo iniziato con i 30 Days Shred, ma un po' che è da fare tutti i giorni, un po' che è molto ripetitivo, non l'ho trovato adatto al mio carattere.
Il workout di kickbox  e il Banish Fat Boost Metabolism Complete Workout , almomento sono i miei preferiti.
Ho notato che il sito FitnessBlender che "frequentavo" prima è un po' pericoloso da fare da sola in casa, senza un istruttore dal vivo che possa correggere posture sbagliate, almeno per me.
E po Jilian, che ho scoperto grazie alla mitica youtuber AnnalisaSuperStar, è una gran motivatrice, sento veramente mi spinge ad arrivare alla fine dell'allenamento.
Quando mi sento le gambe molto gonfie, da sentire quasi male, uso la tisana drenante di Sogni D'oro, e funziona veramente, e raccomando di non superare le dosi raccomandate.
Per questo mese è tutto, il peso è di 60 kg e mezzo.
Aggiornamento tra un mese, più o meno, con l'obiettivo di un altro kg in meno.

mercoledì 23 ottobre 2013

Voglia di cinema #4: Una piccola impresa meridionale

Una piccola impresa meridionale, di Rocco Papaleo, Italia, 2013, commedia, 103 minuti
  
Innanzitutto la serata cinema di questa settimana già parte male, con la ricerca di mezzora per un mini parcheggio per la mia vecchia e affezionata Twingo, i soliti problemi di chi come me si ostina a popolare i cinema nei centri storici.
Arrivo, e i posti in sala erano bellamente esauriti. Tutti e 84. Però...
Allora in 5 minuti, veramente contati, cellulari alla mano, organizziamo il piano B, cerchiamo altri cinema in cui proiettino questo benedetto film. A proposito l'ho detto quale? Una piccola impresa meridionale.
Multisala The Space mi rifiuto, allo Smeraldo comincia alle 22 e 30, e in quest'ora e mezza di attesa che facciamo? Al Nuovo Nosadella comincia alle 21 e 30, mezzora scarsa, proviamo? Ma sì dai, a questo punto tanto vale... Si ritorna alla macchina, di nuovo di corsa, speriamo di non trovare tutti i semafori rossi sui viali ed eccoci arrivati, giusto in tempo per le pubblicità dei film, che io adoro vedere, c'ho proprio il pallino, perdermele è un po' come perdermi l'inizio del film.
Tutto questo per cosa?
Dal tono dell'inizio di questo post avrete capito il mio disappunto per questo film, da Rocco Papaleo mi aspetto tutto tranne che banalità, caricature di banali stereotipi, e mancanza di coraggio.

La trama in breve. Tutti i personaggi, ognuno per propri motivi, si ritirano in questo vecchio faro in disuso, per nascondersi dagli occhi dei paesani. Tutti insieme si ritrovano a fare i conti con possibilità lavorative future inesistenti, e gli sbocchi rimangono due : o emigrare in un nuovo paese emergente, o ristrutturare il vecchio faro e farne un albergo. Secondo voi? Ovviamente la seconda che ho scritto.
ALLERTA SPOILER!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
E vissero tutti felici e contenti. Per tutti intendo lo spretato, la coppia lesbo, la vecchia madre non più disperata per i figli, la prostituta in pensione, gli operai con figlia a carico, e se ho dimenticato qualcuno, perdonatemi.
Molta carne al fuoco, penserete voi. In effetti, le possibilità c'erano, ma non c'è ne una che sia stata studiata, approfondita. Tanti ingredienti mescolati, neanche bene, perché rimane tutto in superficie, e fine, titoli di coda. Io per tutto il tempo mi sono chiesta dove volesse andare a parare il nostro caro, almeno a me, regista.
Per carità le prove attoriali non sono male, e tralascio le classiche battute per risate a comando.
L'unica cosa che salvo, a cui tutto il resto sembra far da contorno, è questo faro e tutto il paesaggio della campagna intorno, questa spiaggia in mezzo al mare, le calette. Infatti non so in che serata particolare io sia capitata, ma all'uscita distribuivano i dépliant di questo fantomatico resort in Sardegna.
Io questo film, non lo consiglio neanche da vedere in casa, perché l'abbiocco è assicurato.


lunedì 21 ottobre 2013

Voglia di cinema #3: Gli anni felici

Gli anni felici, di Daniele Luchetti, Italia e Francia, 2013, commedia, 100 minuti.


Siamo a Roma in pieni anni '70. Sono gli anni dell' arte d'avanguardia e Guido (Kim Rossi Stuart), tra liti con la moglie  e le varie storielle, cerca di affermarsi in questo campo.
A sua volta Serena (Micaela Ramazzotti), moglie sempliciotta di famiglia borghese, non ne capisce niente di arte, e più si sente esclusa da questo pezzo di vita di Guido, più l'insicurezza la porta ad invadere questo spazio per lei off limit.
I figli, Dario (qualcosa mi dice che sia l'alter ego del regista) di 10 anni e Paolo di 5, assisteranno ai disastri dei genitori, i tradimenti, alle liti, ai tentativi di vivere ognuno i propri anni felici, senza far troppa attenzione a loro.


Noi viviamo tutto attraverso gli occhi del figlio Dario, la paura per la separazione dei genitori, la "liberazione" di sua madre, questa in particolar modo attraverso delle riprese con una super 8 in perfetto stile nostalgico.
Sono gli anni di piombo e delle bombe, del femminismo, del referendum sul divorzio, ma noi viviamo nel piccolo mondo filtrato dagli occhi di questo bimbo e la storia è esclusivamente quella della sua famiglia, di paure, insicurezze e solitudini.
E' un film anche che, anche se scontato nella rappresentazione sia di quegli anni che dei personaggi, e pure nella trama, risulta comunque piacevole, tiene allegria, a me per lo meno ha strappato più di una risata, merito delle interpretazioni sia di Kim Rossi Stuart che di Micaela Ramazzoti, attrice che secondo me incarna la fragilità con una spontaneità che poche altre attrici hanno.

giovedì 17 ottobre 2013

Diario di una vegetariana nella terra dei carnivori #4: Zuppa di zucca con fagioli neri

Ieri sera, durante la mia sveltina all'Esselunga, mi sono imbattuta nelle zucche...
Strano in ottobre, vero?
Non capisco perché in così tanti siano restii a questo ortaggio. Come si fa? Io la amo alla follia.
Voglio dire, è super buona e particolare, con un po' di fantasia si può cucinare in mille mila modi, in ricette dolci e in ricette salate, dà una mano ad immedesimarsi in questo strano autunno, è super dietetica, e poi cosa non da poco, è veramente ma veramente economica. Io un "tronchetto", non molto etto perché di 1,3 Kg, l'ho pagato € 1,03.
Quindi, oggi, in cosa mai potrò essermi cimentata?

ZUPPA ZUPPA ZUPPA!
Amo le zuppe, mi ricordano tanto i viaggi invernali, Berlino in particolare me la ricordo  per le zuppe di ogni tipo, oltre che per i -10°.  Probabile che questi due aspetti siano collegati.
In ogni caso la ricetta di oggi è....


Zuppa di zucca con fagioli neri 


Ingredienti per 2 persone: 
  • 80 g di fagioli neri secchi
  • 350 g di zucca, già privata della buccia
  • 1 cipolla bella grande
  • olio, 2 cucchiai abbondanti
  • sale
  • paprika
  • rosmarino
 Preparazione
  • Lascio i fagioli a mollo un giorno, perché quelli neri sono durissimi. In seguito li lesso.
  • Taglio la cipolla e butto in pentola con un cucchiaio di olio
  • Taglio la zucca a cubetti, e quando la cipolla imbiondisce butto anche questa
  • Copro e lascio una decina di minuti, dando un occhio ogni tanto
  • Ora copro il tutto con circa 400 ml di acqua, bollente per non fermare la cottura
  • Aggiungo il sale, copro e lascio andare per circa 20 minuti, dipende poi dalla consistenza che si desidera
  • Verso la fine aggiungo la paprika e il rosmarino, fresco sarebbe la cosa migliore
  • Frullo a immersione col minipimer e voilà!
  • Ora basta solo aggiungere i fagioli, un cucchiaio di olio a crudo e  il pranzo è fatto!
Io ho aggiunto del pane (integrale) abbrustolito spezzetato, in modo che sia un piatto veramente completo.
Un piatto povero, dietetico ma non per questo meno gustoso!


Sono consapevole che non sia la ricetta più originale del mondo, ma se riuscisse ad avvicinare una persona in più alla zucca sarei contenta. Il rosmarino, la paprika e i fagioli, infatti, smorzano il sapore dolce, troppo per alcuni, della zucca.




lunedì 14 ottobre 2013

L'autunno per me

Non starò qui a scrivere che l'autunno tra tutte le stagioni è la mia preferita, perché come l'estate, ragazzi, non ce n'è, la luce, il mare, le serate all'aperto, no e no.
Però l'autunno se la gioca dai.
Vogliamo mettere il lusso di non doversi depilare ogni 2 per 3? Pena, patire le pene dell'inferno coprendosi le gambe con lunghi pantaloni (delle gonne anche se lunghe non mi fido).

E tutte le mie serie tv che ricominciano? The big bang theory,  2 Broke Girls, Homeland, New girl, The walking dead, e innumerevoli altre naturalmente.
E ovviamente guardarle rigorosamente con la coperta fino al naso,  che neanche mia nonna.
Non dover uscire per forza per ritrovarsi con le persone care, perché con la fine del caldo torna l'appetito e non c'è quasi niente di meglio che sedere insieme a tavola per mangiare (e bere), ed eventualmente continuare con una
partita a risiko.
caldarroste vinoAdoro le serate con caldarroste e svariati
bicchieri di vino nuovo ( cagnina in primis).
E' la stagione dei funghi per eccellenza, che
sono uno dei miei più grandi amori.
Inoltre per me poi l'autunno è un po' la stagione del cinema, anche se in realtà lo è un po' tutto l'anno, ma dopo la pausa estiva, dove a Bologna, non so altrove, chiudono addirittura le sale (io frequento quasi esclusivamente quelle in centro), ritrovo questo piacere immenso e me lo godo particolarmente.
Dire che possa bastare così, se mi impegnassi ancora un po' troverei sicuramente molti altri aspetti positivi, come quelli comuni dei colori che cambiano, l'odore della pioggia, ecc, ma già così son contenta.

E voi cosa amate dell'autunno?
Ditemi ditemi!

domenica 13 ottobre 2013

Voglia di cinema #2 : Via Castellana Bandiera, di #EmmaDante


Via Castellana Bandiera, di Emma Dante, 2013, Italia, 94 minuti, drammatico.


Premetto che questo film, io non lo volevo vedere proprio, sì brava Emma Dante, ma tra le mie passioni non c'è quella del teatro. E poi avete visto il trailer? Tutto il film che si sviluppa in questa Via Castellana Bandiera... Magari un'altra volta, grazie. E invece mi sono ritrovata in una di quelle situazioni che si è in gruppo, tanto il martedì costa solo 3 euro... E alla fine mi son detta "E va bè".   E meno male. 

Abbiamo Rosa (Emma Dante) che accompagna Clara (Alba Rohrwacher), la sua compagna, ad un matrimonio di un amico comune a Palermo, sua città di origine, e per niente rimpianta.
Anzi tutta questa faccenda la infastidisce e innervosisce a tal punto che inizia una discussione importante con Clara, talmente importante che arriveranno alla conclusione che è meglio separarsi.
Rosa, ancora molto inquieta prende via Castellana Bandiera, strada senza senso di direzione e molto stretta.
In direzione contraria arriva Samira (Elena Cotta), che torna dal cimitero, dov'è sepolta la figlia, alla guida di una vecchia punto, con a fianco il genero e famiglia, e a qualche metro di distanza dalla propria casa.
Sono entrambe decise a mantenere ognuna la propria posizione, identiche per la loro natura testarda, senza un briciolo di compassione.  Sembrerà la scena di un film western, fatto di sguardi, e tutto diventa una dimostrazione di forza.

La loro ostinazione diventerà oggetto di spettacolo, motivo di risse, e qualcosa su cui puntare soldi per una scommessa, fino ad una tragica conclusione.
Via Castellana Bandiera non è solo una via, è un mondo fatto di tante vite, di tante storie. E alla fine si mostrerà molto più ampia di come non fosse apparsa inizialmente.
Un po' come chiunque di noi è molto di più di quello che appare. Spero.
Sono uscita dalla sala emozionatissima, nel senso che ho provato tutte le emozione possibili, non solo fatte di tristezza, ma anche di risate, di colori, di vita.
Sicuramente anche per merito delle magnifiche interpretazioni degli attori, prima tra tutti di Elena Cotta che interpreta Samira, senza bisogno di parlare neanche una sola volta. Lo sguardo esprime tutto da solo.
Brava Emma!


venerdì 11 ottobre 2013

Forse c'è ancora speranza!

La mia giornata di oggi ha avuto inizio con mia mamma che mi informa di due tizi che girano intorno alla mia macchina. Io pronta a difendere il mio territorio mi affaccio alla terrazza per chiedere spiegazione, e mi ritrovo una dolce coppietta di fidanzatini, qualche anno più di me, che mi spiegano che un gattino deve essere dentro la mia macchina.
Io nego. In macchina mia non salgono MAI animali. Ma loro continuano dicendo che probabilmente si era infilato nel cofano... Così ho scoperto cose della mia auto che neanche immaginavo, cioè che ci sono delle aperture da sotto. Apro il cofano, ovviamente non proprio io, ed era lì, un cucciolotto spaventatissimo. Tanto impaurito che si è infilato ancora meglio dietro il motore. Non starò qui a dire i diversi tentativi, fatto sta che alla fine, grazie ad un bel gioco di squadra con tutti quelli che passavano, siamo riusciti a farlo uscire da dove era entrato, cioè da sotto, per cui non è stato possibile fermarlo, ma almeno non l'ho carbonizzato accendendo l'auto ignara del fattaccio.
Torno in casa, ma continuo a sentire un pianto di gattino. Tutto il santo giorno. Finché al campanello
non suona un vicino, alla ricerca di questo gatto non suo, solo perché lo sente piangere.
Ok ci sto anch'io! Comincia l'avventura del gatto misterioso.
Ci sono stati momenti di sconforto, il vicino propone addirittura di chiamare i pompieri... per un gatto... Ma quest'uomo da dove caspiterina viene, penso.
Fatto sta che lo individuiamo, lui lo rincorre da un cortile di un condominio all'altro, avanti e indietro e riesce nella sua impresa.
Lo acchiappa, il micino iper spaventatissimo non fa esattamente le fusa, ma è salvo. Nonostante i vari tentativi di suicidio.
Ora è stato gentilmente portato dal veterinario.
Vicino, grazie di esistere, tuo figlio è fortunato.
Questo gatto è stato proprio miracolato dal destino, è tutto il giorno che incontra persone di buon cuore, in altri posti sette vite non sarebbero bastate.
Forse forse  c' è ancora speranza per il genere umano...

giovedì 10 ottobre 2013

Voglia di leggere #3 : A volte ritorno, di #JohnNiven


A volte ritorno, di John Niven, edito da Einaudi nel 2012, p 390.

Era da un po' che giravo intorno a questo libro, un po' perché  degli Einaudi da cui sono spesso attratta, un po' per la copertina... Insomma appena me lo sono ritrovata davanti in biblioteca ho fatto i salti di gioia.
Ora, già la trama in quarta di copertina dà l'idea di quello che sarà il romanzo, ma appena terminato il primo capitolo ho capito che sarebbe stato ancor più di quel che potessi aspettarmi.
La storia ha inizio con Dio (non per dire, proprio Dio, anche se completamente spogliato della perfezione) che torna in ufficio dopo una settimana di ferie, e corrispondendo una settimana in Paradiso a cinque secoli Terrestri, ritrova il finimondo, stermini di massa, il pianeta ridotto ad un immondezzaio, preti pedofili. Dopo varie riunioni, l'unica soluzione che trova è rimandare Gesù Cristo in Terra, tornato da appena un mese e quindi per niente contento dell'idea, con la missione di ribadire l'unico grande e vero comandamento "FATE I BRAVI".
Questa seconda volta non andrà tanto diversamente dalla precedente. Certo il contesto è cambiato, ma il genere umano no.
Sono certa che in molti tra coloro che l'hanno letto avranno pensato che la peculiarità del romanzo sia nel linguaggio terra terra, pieno zeppo di parolacce com'è.
Invece io l'ho trovato una fonte infinita di spunti e riflessioni.
Innanzitutto a Dio non importa niente se crediamo o no in lui. Di tutte le regole che ci siamo
autoimposti con la Bibbia, la Chiesa, che portano solamente all'odio. Se siamo "froci". Se ci droghiamo. Dobbiamo solo fare i bravi, è facile.
Vogliamo parlare del personaggio di Gesù Cristo? Un gran figo, un bel po' hippie, senza alcuna capacità se non quella di suonare la chitarra, ma da paura, tant'è che arriva alla finale di American Popstar. Sempre pronto ad aiutare tutti i disperati che incontra sulla sua strada e che si porterà dietro fino alla fine e oltre.
Mi rendo che tutto questo potrebbe sembrare una parodia blasfema, ma basterebbe andare un po' più in profondità per leggere gli ideali di tolleranza  e amore infinito.
La conclusione poi è all' altezza di tutto il resto. Dio che contempla l'alba, si gode le ultime gocce di un ottimo scotch e gli ultimi tiri di un sigaro cubano e pensa: " Letteratura. Quella sì era roba buona. Bello che l'avessero inventata."
Amen.
Lo consiglio ovviamente a chiunque non sia un bigotto.
Alla prossima!