lunedì 13 aprile 2015

Better Call Saul. E la prima stagione è andata, bene.



Ansia, depressione, voglia di prendermi a sberle da sola per darmi una ripigliata, ma anche idee, quelle non mancano mai, è nel metterle in pratica che riscontro sempre qualche problema. Questo è il lunedì in sintesi.
Ma faccio un bel respiro, dò un sorsone al mio tè e dopo essermi banalmente ustionata la lingua, focalizzo un'idea e almeno una cosa vorrei scriverla, se non altro perchè avevo iniziato il discorso un paio di mesi fa circa e una cosa almeno vorrei concluderla. Bello il mio stato d'animo odierno eh?

E' passata una settimana dall'ultimo episodio di "Better Call Saul" ( vi devo specificare che è lo spin-off di "Breaking Bad"? Bè ormai l'ho fatto) e ho così avuto modo e tempo per innanzitutto mettermi in pari e poi schiarirmi un po' le idee al riguardo, anche se in realtà poi non c'è voluto così tanto.

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Ovviamente le mie prime impressioni erano sbagliate, ma già avevo messo le mani avanti. Credo sia normale dopo solo due episodi non poter prevedere l'andamento di una serie tv, ma ho come l'impressione che sia stata una cosa voluta dai cari Vince Gilligan e Peter Gould, che infatti ce li hanno sparati quasi uno di seguito all'altro. Tanto per partire col botto.
Poi non vorrei parlare di idee sbagliate, perchè ognuno ha diritto alla sua, e non stiamo parlando di massimi sistemi, però diciamo che mi sono ricreduta. In bene. E scommetto al contrario della maggior parte dei fan.  Infatti se la somiglianza/uguaglianza alla serie principale aveva entusiasmato i più, a me aveva quasi infastidito. E il proseguire prendendo tutta un'altra piega, il calare se non quasi scomparire dell'adrenalina, a me ha fatto piacere. 
In questa prima stagione ancora non vediamo la completa evoluzione da Jimmy a Saul. Impariamo a conoscere Jimmy un po' per volta. E con lui le persone che lo circondano tra cui il fratello Chuck e l'amica Kim. 


Diciamo che lo sviluppo di Jimmy/Saul è stato all'altezza delle aspettative. Drammatico e comico allo stesso tempo, un umorismo nero . 
C'è sempre quell'idea di persone che si impegnano in una vita onesta, ma arrancando arrancando, e dopo che l'ultima goccia ha riempito il vaso, si incazzano e deviano il percorso . Come era stato per Walter White.
Vuole essere una giustificazione di scelte di vita sbagliate? Non lo so, ma non credo, altrimenti sarebbe come ammettere che siamo quasi tutti dei coglioni.
Vuole essere un'analisi di varie sfaccettature di persone, che non sono del tutto buone o cattive, di come il peggio può prendere il sopravvento? Chiaramente all'estremo... Forse.
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A me il mondo di Jimmy/ Saul è piaciuto, e mi piace il suo personaggio. E' riuscito a reggere una serie tv come non avrei mai creduto. Buffo, un po' maldestro tanto da renderlo simpatico, e che ci sa fare con le persone,  in un modo o in un altro riesce sempre a convincere a fare come dice lui.

Abbiamo visto a cosa è stato capace di rinunciare per gli affetti, che ha sempre messo avanti a se stesso. E la delusione è stata troppa per non lasciare un segno. 
Dopo il tantissimo impegno nel cercare di riscattarsi, con una laurea in legge, anche se con corsi a distanza, e un lavoro dignitoso nel quale è veramente dotato ma con cui fatica a campare senza bisogno di qualche piccolo sotterfugio  ogni tanto, alla fine cede e sceglie di essere quella persona che tutti si aspettano: Jimmy lo scivolone. Come quello stronzo di suo fratello e il migliore amico stessi lo hanno definito.

Vi consiglio questa serie? Assolutamente sì. Aspettatevi la stessa qualità di Breaking Bad, ma senza l'ansia e adrenalina continua, più sul genere commedia drammatica. Rimane lo stile e l'intelligenza, come poche altre serie tv di questi tempi. La costruzione perfetta dei tanti tasselli di un puzzle di cui alla fine tutto torna. 
E qualcosa mi dice che il meglio debba ancora venire, con l'anello di congiunzione tra Jimmy e la malavita. Non vedo l'ora.

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