domenica 6 luglio 2014

Voglia di leggere #17: L'arte di correre, H. Murakami

Mamma mia quanto sono rimasta indietro con questa "rubrichina" dedicata alle mie personalissime opinioni sui libri letti... di almeno 7/8 libri. E mi dispiace un sacco, soprattutto per me, perché è un ottimo modo per fermare i pensieri e emozioni che questi libri mi hanno lasciato. Infatti avendo un buon ritmo di lettura ho paura di perdere memorie per strada per necessità di lasciare spazio ad altro nel mio cervellino...
Poi magari a qualcuno ogni tanto può far comodo un parere in più, in mezzo alla marea di mille altre opinioni.

Di questo però non volevo aspettare a buttare giù due righe.
Primo motivo perché scritto da Murakami Haruki, autore che amo.
Secondo motivo perché anche se apparentemente più semplice rispetto alle solite opere in cui si cimenta, in realtà non lo è (Murakami semplice.. ma quando mai?), e non vorrei che mi passassero di mente alcuni spunti.
Terzo motivo, il più ovvio tra tutti, perché l'ho amato e divorato, e ve lo consiglio, in un periodo in cui è possibile che le persone abbiano più tempo per dedicarsi alla lettura  con ferie in vista, finalmente...

L'arte di correre, di Haruki Murakami, edito da Einauidi (versione SuperET a €11,00), 156 pagine


 



Innanzitutto conoscete Murakami?
Se no, non vi consiglio di cominciare da questo, non tanto perché non sia all'altezza, ma perché non è un romanzo, ma bensì un saggio autobiografico di un tale che quindi per voi non rappresenta nulla.
Se sì, e se non avete già provveduto, dovete leggere assolutamente questa sua opera, neanche tanto recente (2007), perché vi permetterà di conoscere questo celebre autore nipponico, sia per il suo approccio verso la scrittura, sempre in parallelo con l'attività podistica appunto, in parallelo a sua volta con quello che è il suo atteggiamento verso la vita stessa.
Questa sua passione nasce con l'inizio della sua vita da scrittore, a 33 anni, come ci tiene a sottolineare gli anni di Cristo. E ci racconta come nei suoi 25 anni seguenti, ovvero fino agli anni di uscita del libro, il suo approccio verso essa sia cambiato, ci si sia allontanato, per poi tornare. Di accettare come il corpo reagisca in modo diverso con lo scorrere degli anni e i margini di miglioramento scompaiano, e nonostante ciò ricavarne soddisfazioni e insegnamenti.
Io amo la corsa, anche se non ho mai corso una maratona (per ora), e ci sono passaggi che rendono alla perfezione i pensieri e gli stati d'animo che possono sopraggiungere. E lo ringrazio per sentirmi meno una schiappa, perché se Murakami ha le stesse mie difficoltà allora sono ok.
Affianca il metodo della corsa al metodo della scrittura in quanto necessitano entrambe della capacità di essere costanti, la forza di superare i momenti di difficoltà e l'abilità di finalizzare i chilometri percorsi ogni giorno, così come le righe scritte, a un progetto a lungo termine.
"Affronto i compiti che ho davanti e li porto a compimento uno a uno, fino ad esaurimento delle forze. Concentro la mia attenzione su ogni singolo passo, ma al tempo stesso cerco di avere una visione globale e di guardare lontano. Perché si dica quel che si vuole, ma io sono un maratoneta.
Come vengano giudicati il tempo che ottengo in gara e il mio posto in graduatoria, come venga giudicato il mio stile, è di secondaria importanza. Ciò che conta per me, per il corridore che sono, è tagliare un traguardo dopo l'altro, con le mie gambe. Usare tutte le forze che sono necessarie, sopportare tutto ciò che devo, e alla fine essere contento di me. Imparare qualcosa di concreto dagli sbagli che faccio e dalla gioia che provo.
Se mai ci sarà un epitaffio sulla mia tomba, e se posso sceglierlo io, vorrei che venissero scolpite queste parole:
Murakami Haruki
Scrittore (e maratoneta)
1949-20**
Se non altro, fino alla fine non ha camminato"
Non so se questo libro mi ha toccato in modo particolare perché da poco ho ritrovato il mio vecchio amore per la corsa, e capisco molto le fasi di alti e bassi, e l'importanza della costanza (è il 90%), ma rende esattamente quello che ho sempre pensato anch'io al riguardo. Correre c'entra  più con la testa che con le gambe.
In questo libro non troverete istruzioni su come correre, consigli tecnici, etc, ma una filosofia di vita, di non mollare mai.  MAI CAMMINARE.
Qui lo scrivo, e qui mi impegno. Mi iscriverò alla mezza maratona di Bologna di settembre.
CURIOSITA':  il titolo giapponese riprende quello di una raccolta di racconti di Ryamond Carver, scrittore che ama tanto, "Di cosa parlo quando parlo d'amore". 


 



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