martedì 10 settembre 2013

Altri orizzonti?

Negli ultimi mesi ho il pensiero fisso di cambiare casa, cioè Paese, nel senso proprio di Nazione.
Allo stato attuale delle cose, qui non c'è futuro, non c'è entusiasmo, non solo in me, ma proprio ovunque ti fermi a guardare e parlare con qualcuno.
Dicono di partire, imparare e tornare per portare a casa per ciò che impari altrove. Ma io se mai ci arriverò al punto di andarmene avrò un incazzo tale che non so se poi avrò voglia di regalare quello
che ho ottenuto, sacrificandomi, ad un Paese che per me, e tutta la mia generazione, non ha fatto niente.
Siamo tutti i giorni fermi a parlare di sondaggi, se il governo cade o non cade, delle imprese che chiudono, della disoccupazione giovanile che cresce, le banche che non sganciano un centesimo neanche a morire, a cambiare i nomi ai problemi invece che  risolverli.
Il mio freno, oltre alla mia famiglia ovviamente, è che un altro Paese bello come il nostro non esiste in tutto il mondo. Parlo proprio di bellezza, nell' architettura, nei paesaggi, tutto è bello. Sono troppo dipendente dalla bellezza . Ma se noi veniamo dalla bellezza, qualcosa vorrà dire, in qualcosa avremo una marcia in più degli altri cazzo! Non può essere solo passato, ce l'abbiamo nel DNA.

Ma la bellezza non dà da mangiare. All'estero sì. Noi lasciamo che tutto cada a pezzi.
Ci sarà qualcosa oltre l'inettitudine generalizzata?
Ci saranno tempi migliori?
Mio padre me lo ha promesso.
Ma ho forti dubbi sul dove saranno i miei tempi migliori. Medito.



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