mercoledì 11 dicembre 2013

Voglia di leggere #7: Sabato, di Ian McEwan

Sabato, di Ian McEwan, edito da Einaudi nel 2005, pag. 292.
Scelgo tra tanti libri questo perché così dice la quarta di copertina :
"In una Londra turbata dall'ansia di nuovi attacchi terroristici dopo l' Undici Settembre, una violenza improvvisa rischia di sconvolgere l'esistenza tranquilla di Henry Perowne, neurochirurgo, e della sua famiglia. Ventiquattr'ore a perdifiato per salvare tutto ciò che ha di più caro".
Ma chi l'ha scritta? Perché non è il libro che ho letto io!
Henry è il nostro protagonista, in uno spazio temporale di una giornata, in particolare Sabato 15 Febbraio 2003, in cui si svolge una storica manifestazione per le strade di Londra contro la guerra in Iraq. Tutta la giornata, libera dal lavoro (per quanto sia possibile per un chirurgo), è piena di quelle cose che inevitabilmente si concentrano sempre di Sabato, sport, spesa,  e tutta la famiglia che si riunisce dopo anni. Ovviamente, noi lettori abbiamo a
disposizione una giornata di Henry per conoscere tutta la sua vita passata, gli anni di sacrifici per diventare il medico affermato che è diventato e padre orgoglioso di figli talentuosi, le vicissitudini famigliari tra i componenti come spesso accade.
Mi fermo qua per evitare lo spoiler, in fondo il libro merita di essere letto e comunque qualcosa alla fine succede, quindi...
Ci si immagina una storia d'azione, in cui si corre contro il tempo, mentre invece quella che ha corso contro il tempo sono stata io, completamente entrata nel libro, pagina dopo pagina, aspettandomi in ogni riga che succedesse quello che doveva succedere. Sicuramente merito dello stile impeccabile di McEwan, brillante, che tiene ti tiene incollato fino all'ultimo pur parlando di cose banalissime, come un giorno libero, fatto di partite a squash o una chiacchierate tra padre e figli.
E' soprattutto capace di descrivere perfettamente sensazioni che ho provato e altre che immagino che proverò in futuro. Esattamente.
Tra le altre cose, mi ha riportato indietro con la memoria, ai giorni in cui avevo messo fuori dalla mia finestra una colorata bandiera della Pace, quando ci veniva raccontato che era possibile esportare la democrazia con le armi, di quanto ci sentissimo tutti vulnerabili. 
Solo che adesso, a distanza di dieci anni, abbiamo visto tutti  i risultati, e credo di poter dire con assoluta certezza che non siamo più al sicuro rispetto a prima.
Consiglio comunque la lettura di Sabato, senza aspettarselo per come si presenta, ma di goderselo così come viene, pagina per pagina.

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