venerdì 20 dicembre 2013

Voglia di leggere #8: Non buttiamoci giù, di Nick Hornby

Non buttiamoci giù, Di Nick Hornby, edito da Guanda nel 2005, pagine 293
Amo Nick Hornby, perché ha uno stile semplice solo in apparenza, quella semplicità che richiede studio, quella semplicità che ti fa pensare che potevi scriverlo tu lettore perché ti senti rappresentato e sembrano parole tue, ma col cavolo che sei come Nick Hornby.
Riesce a raccontare alla perfezione pensieri di personaggi di qualunque età e genere. Trova sempre la maniera di infilarci in mezzo della musica, sua grande passione. Altra presenza costante è Londra.
Insomma non credo sia un caso se per quasi ogni suo romanzo ci sia anche una proposta cinematografica (Alta fedeltà, Febbre a 90, About a boy, ...).
Veniamo al dunque, e cioè alla trama del libro in questione.
Abbiamo quattro protagonisti, tutti e quattro raccontati in soggettiva, ovviamente a turno.
Martin, un tempo famoso conduttore televisivo, ora famoso solo
per essere andato a letto con una quindicenne ed essere stato arrestato per questo.
Maureen, donna di mezza età, che ha dedicato tutta la vita al proprio figlio Matty con grave disabilità, in completa solitudine.
Jess, un'adolescente sboccata e con uno stile di vita alquanto trasgressivo, probabilmente in reazione ad un padre  Ministro dell'Educazione, che è stata mollata dal "primo ragazzo" .
JJ, un musicista venuto dagli Stati Uniti, con band e ragazza, ritrovatosi senza più band e ragazza.
Come si può ben capire questi personaggi non hanno un bel niente in comune, se non che si conoscono la notte del 31 dicembre sulla terrazza della famosa Casa dei suicidi, per... bè con l'intenzione di farla finita.
Probabilmente nessuno aveva realmente perso la voglia di vivere, e dopo accese discussioni, scendono da quel tetto insieme, e diventano come una famiglia, un sostegno gli uni per gli altri. Non sarà facile, per le diversità caratteriali e di background, ma decidono di affrontare questa cosa insieme, di darsi del tempo, con scadenze di 6 settimane alla volta, con incontri più o meno regolari da Starbucks, se poi non funziona, alla scadenza ci sarà sempre la possibilità  di buttarsi giù. Comincia così il viaggio interiore di ognuno.
Niente spoiler, ma il finale è talmente vero, ed è la sintesi di tutto il romanzo, che ve lo riporto perché non rivela nulla .
"Ma quell'arnese (il London Eye)... sta girando o no?" Ha chiesto Martin. "Non riesco a capire".
Siamo rimasti a guardare per un pezzo, cercando di decidere. Martin aveva ragione. Non sembrava che si stesse muovendo; ma si doveva muovere, secondo me.
Anche questa volta Nick Hornby non ha sbagliato una virgola, rimane sempre credibile, divertente e allo stesso tempo riflessivo, con un buon ritmo, e a tratti commovente.
FRASE CHE MI SONO SEGNATA:
E' così che sono io: soffro di poca fantasia. Potrei fare quello che voglio, ogni giorno della mia vita, e a quanto pare quello che voglio è sclerare di zucca e litigare con tutti. Dirmi che potrei fare tutto quello che voglio è come levare il tappo dalla vasca da bagno e dopo dire all'acqua che può andare dove vuole. Voi provate, e vedrete cosa succede.
Assolutamente consigliato a chiunque. Poi ditemi!



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