Blue Jasmine, di Woody Allen, commedia drammatica, 2013 USA, 98 minuti
Accetta ogni cosa pur mantenere tutto sotto controllo, fino alla fine, quando Hal si rivelerà essere un truffatore e finirà in carcere, dove si suiciderà.
La vita di Jasmin va in pezzi, e con essa anche la sua salute mentale (da qui il "Blue" del titolo). Per fortuna le rimane la sorella Ginger, che nonostante tutto le rimane sempre accanto e la accoglie nel suo modesto appartamento a San Francisco. Ma Jasmine non sembra voler cambiar atteggiamento nei confronti della vita, pensa di nascondere il proprio passato e ricominciare
da zero, magari insieme ad un altro ricco uomo.
da zero, magari insieme ad un altro ricco uomo.
Risultato? Ritroverà a San Francisco la stessa infelicità di New York, perché la vita non si può resettare, si possono trarre degli insegnamenti, farne tesoro e arricchirsi. Dentro di lei invece sembra esserci il vuoto, sempre e comunque, e l'unica cosa che conta veramente è l'apparenza, e di conseguenza fingere di fronte al mondo perché il giudizio degli altri è tutto.
Direi che il film è riuscito meglio di "To Rome with love" (che comunque non butto via del tutto), se qualcuno fosse preoccupato di questo, non manca la classica atmosfera da film di Woody Allen, con musica jazz in sottofondo, e il cinismo di sempre. Però non è tra i suoi film più avvincenti, probabilmente per la scelta del tema. Effettivamente descrivere il vuoto totale di una società non è cosa facile, e Allen riesce perfettamente in quest'impresa.
Da sottolineare, non che ce ne sia bisogno, l'interpretazione magistrale di Cate Blanchett nel ruolo di Jasmine, solo lei vale gli 8 euro del biglietto.
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