giovedì 20 marzo 2014

Voglia di cinema #14: Allacciate le cinture, di F. Ozpetek

Allacciate le cinture, di Ferzan Ozpetek, Italia 2013, Commedia (amara), 110 minuti
Andare al cinema  (il giorno del biglietto ridotto ovviamente) a vedere un film di cui chiunque ha parlato solo che male... Perché? Perché altrimenti non sarei io, banale.


Comincio il post ammettendo che sono uscita dalla sala con pensieri contrastanti, e la bellissima canzone "A mano a mano" del mio amato Rino Gaetano che ha concluso improvvisamente il film ha contribuito non poco.

Anche se non sempre essere confusi è un male, vuol dire che tutto sommato non ti è scivolato completamente addosso, e qualcosa sui cui riflettere c'è, il mio problema al riguardo è il fortissimo contrasto tra sentimenti positivi e negativi.
La protagonista indiscussa è Elena, la vediamo inizialmente giovanissima, bellissima, che con grinta e impulsività affronta la vita di una venticinquenne medio-borghese.
Come in ogni film di Ozpetek che si rispetti (o no) troviamo come dipinti una miriade di personaggi, colorati e chiassosi, forse esageratamente stereotipati,  che vanno a costituire una grande famiglia, tra cui il miglior amico gay, la migliore amica superficiale a livelli notevoli, la mamma gay e compagna con seri problemi di stabilità mentale ed emotiva, e infine lui, Antonio, l'amore della vita, che non potrebbe essere più lontano di così dai suoi ideali, passatemi il termine.
Dalla serie gli opposti si attraggono, niente di più scontato ma anche vero, pur non avendo nulla di nulla in comune loro si amano, e anche quando salteremo di tredici anni avanti nel tempo, e li troveremo accasati con i "banali" problemi, come soldi, lavoro, tradimenti, ancora si amano, solo che dovranno affrontare il dramma di una grave malattia per capirlo.
Le scene che mi hanno smosso qualcosa dentro, se così si può dire,  sono state giusto un paio, entrambe senza dialoghi, la prima la scena di una cena di cose non dette quasi a piangere e l'altra, verso la fine, la scena di una risata contagiosa, come solo quella tra amici che non hanno neanche bisogno di parlare può essere.

Effettivamente il problema più serio che ho riscontrato personalmente è tutto nei dialoghi, che per essere divertenti, o credere di esserlo, sono di una banalità grottesca, a tratti da far cadere le braccia, la scena in cui marito e moglie litigano per una multa è a dir poco penosa.
L'estetica e le tematiche (omossessuali, malattia..)  sono quelle del solito Ozpetek, non aspettatevi né più né meno. 
Ho apprezzato la scelta di tornare nuovamente indietro di quegli stessi tredici anni nell'ultima parte per spiegare dei passaggi non affrontati precedentemente, molto nostalgica, ma riporta il tono del film ad un livello meno drammatico, come infatti il film non vuole essere, o almeno non solo, e spiega bene la scelta del titolo del film: allacciate le cinture, che crescendo la vita può riservarvi dei brutti incidenti...
Le cinture sono le persone che amiamo ovviamente, tutte.
Non il migliore Ozpetek (forse che quello che aveva da dirci ce l'abbia già detto?), ma sicuramente ha fatto di peggio (Magnifica presenza).
E anche l'interpretazione di Francesco Arca (ex tronista) che tutti temevano, non è stata il male assoluto, non è che gli sia stata data la parte del protagonista dalle mille sfaccettature, per il ruolo del belloccio può andar bene, no?



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