mercoledì 23 ottobre 2013

Voglia di cinema #4: Una piccola impresa meridionale

Una piccola impresa meridionale, di Rocco Papaleo, Italia, 2013, commedia, 103 minuti
  
Innanzitutto la serata cinema di questa settimana già parte male, con la ricerca di mezzora per un mini parcheggio per la mia vecchia e affezionata Twingo, i soliti problemi di chi come me si ostina a popolare i cinema nei centri storici.
Arrivo, e i posti in sala erano bellamente esauriti. Tutti e 84. Però...
Allora in 5 minuti, veramente contati, cellulari alla mano, organizziamo il piano B, cerchiamo altri cinema in cui proiettino questo benedetto film. A proposito l'ho detto quale? Una piccola impresa meridionale.
Multisala The Space mi rifiuto, allo Smeraldo comincia alle 22 e 30, e in quest'ora e mezza di attesa che facciamo? Al Nuovo Nosadella comincia alle 21 e 30, mezzora scarsa, proviamo? Ma sì dai, a questo punto tanto vale... Si ritorna alla macchina, di nuovo di corsa, speriamo di non trovare tutti i semafori rossi sui viali ed eccoci arrivati, giusto in tempo per le pubblicità dei film, che io adoro vedere, c'ho proprio il pallino, perdermele è un po' come perdermi l'inizio del film.
Tutto questo per cosa?
Dal tono dell'inizio di questo post avrete capito il mio disappunto per questo film, da Rocco Papaleo mi aspetto tutto tranne che banalità, caricature di banali stereotipi, e mancanza di coraggio.

La trama in breve. Tutti i personaggi, ognuno per propri motivi, si ritirano in questo vecchio faro in disuso, per nascondersi dagli occhi dei paesani. Tutti insieme si ritrovano a fare i conti con possibilità lavorative future inesistenti, e gli sbocchi rimangono due : o emigrare in un nuovo paese emergente, o ristrutturare il vecchio faro e farne un albergo. Secondo voi? Ovviamente la seconda che ho scritto.
ALLERTA SPOILER!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
E vissero tutti felici e contenti. Per tutti intendo lo spretato, la coppia lesbo, la vecchia madre non più disperata per i figli, la prostituta in pensione, gli operai con figlia a carico, e se ho dimenticato qualcuno, perdonatemi.
Molta carne al fuoco, penserete voi. In effetti, le possibilità c'erano, ma non c'è ne una che sia stata studiata, approfondita. Tanti ingredienti mescolati, neanche bene, perché rimane tutto in superficie, e fine, titoli di coda. Io per tutto il tempo mi sono chiesta dove volesse andare a parare il nostro caro, almeno a me, regista.
Per carità le prove attoriali non sono male, e tralascio le classiche battute per risate a comando.
L'unica cosa che salvo, a cui tutto il resto sembra far da contorno, è questo faro e tutto il paesaggio della campagna intorno, questa spiaggia in mezzo al mare, le calette. Infatti non so in che serata particolare io sia capitata, ma all'uscita distribuivano i dépliant di questo fantomatico resort in Sardegna.
Io questo film, non lo consiglio neanche da vedere in casa, perché l'abbiocco è assicurato.







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