lunedì 28 ottobre 2013

Voglia di leggere #4: Ninna nanna, di #ChuckPalahniuk

Ninna nanna, di Chuck Palahniuk, edito da Mondadori nel 2003, pagine 273
Primo libro di Chuck Palahniuk che affronto. Dopo varie ricerche su internet, pare che sia l'ideale per un primo approccio con questo autore e così decido finalmente di buttarmi, incuriosita e con tante speranze.
Il nostro protagonista Carl Streator, è un uomo di mezza età, vedovo e fa il giornalista.
Mentre è impegnato in un reportage sulla sindrome di morte improvvisa dei neonati, si rende conto che tutti i casi hanno un comun denominatore: un libro di filastrocche, aperto sempre a pagina 27. Basta leggere questo canto "della dolce morte" indirizzandolo verso qualcuno, e lo si uccide.
Carl sente tutto il peso di questo potere che non sa gestire. Sente il peso della responsabilità per la perdita della propria famiglia, figlia e moglie.
Finchè non conosce Helen Hoover Boyle, agente immobiliare specializzata in case infestate dagli spiriti, anch'essa ha perso la famiglia in misteriose circostanze.
Finalmente qualcuno con cui condividere questo potere, e la solitudine che ne deriva. Le ansie e i problemi di gestione.
Formeranno una "famiglia" insieme all'assistente di Helen,
l'aspirante strega Mona Sabbat, e al ragazzo di questa, Ostrica,
che rappresenteranno i figli, come potevano essere i loro se non fossero morti. E tutti insieme si metteranno in viaggio per tutti gli Stati Uniti alla ricerca di tutte le copie esistente di questo maledetto libro, per eliminarli tutti dalla circolazione.
Assisteremo allo scontro generazionale, "ogni generazione vuole essere l'ultima".
Arriveremo alla conquista della consapevolezza che non sempre siamo padroni di ciò che pensiamo e desideriamo, nell'antichità erano le divinità responsabili di ciò che volevamo, ora lo sono le pubblicità e i mezzi di comunicazione. Che la libertà forse non è sempre fare ciò che ci pare.
Personalmente, il romanzo m'è piaciuto sì, ma non l'ho trovato esattamente un capolavoro.
Il linguaggio crudo l'ho apprezzato, ma la scrittura non è molto scorrevole, forse per l'uso di frasi tutte brevi. Poi il finale che vira al genere fantascientifico, va a rovinare l'atmosfera che l'autore era riuscito a farci credere reale, nonostante la particolarità del soggetto.
Sicuramente proverò con altre opere di Palahniuk, per inquadrarlo meglio, per ora rimango soddisfatta un po' a metà.
Qualcuno ha consigli da darmi?

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