mercoledì 13 novembre 2013

Voglia di leggere #6: Dodici, di #Zerocalcare

Eccomi ancora qui a scrivere di lui, Zerocalcare.
Ultimo post per un po', lo prometto!

Questa volta per me è più difficile parlarne, mi è piaciuto, ma non ai livelli a cui mi ero abituata. L'ho letto già consapevole di cosa potesse essere, perché sapevo delle critiche, ma non per questo meno con meno voglia.
La mia comunque non è un'opinione negativa, voglio dire ci può stare, prendersi una "pausa" con una storia più leggera. Non disegnare più su di sé. Ispirarsi agli zombie, con chiarissimi riferimenti alla serie del momento "The walking dead".
Io consiglio vivamente l'acquisto anche di questo album in ogni caso, ma non come primo approccio al nostro Zerocalcare, anche se purtoppo credo proprio che sarà stato così per molti, essendo in classifica tra i libri più venduti da quando è uscito in libreria.

Zerocalcare, non è il protagonista della storia, diversamente dal suo solito , perché lo ritroviamo privo di sensi a metà della narrazione, scusate ma è evidente già dalla copertina.
I suoi compagni, in questa ambientazione di Rebibbia apocalittica invasa dagli zombie, sono il Cinghiale, Secco e Katja, che cercaranno di sopravvivere, aiutandosi a vicenda.
Tutti fanno la parte degli eroi, come i dodici eroi del gioco  "Streetfighterduevirgola, il faro della civiltà occidentale", ma in realtà i motivi per cui sono nelle situazioni in cui sono,  sono le debolezze in cui
chiunque di noi può rivedersi, Katja super compresa.
Ma niente spoiler, tranquilli!
 Il vero protagonista è il quartiere di Zerocalcare, Rebibbia, quartiere dove è vissuto da sempre, e per il quale dimostra tutto il
proprio senso di appartenenza, con varie dediche, anche palesi.
"Ma dovendo proprio morire da solo, meglio qua che a Roma Nord. Qua è casa mia. Nel mio quartiere, Rebibbia, o quel che ne resta."
"Rebibbia regna"
Forse è per questo, che non sono del tutto d'accordo con chi dice che sia il primo album di Zerocalcare non autobiografico, io continuo a conoscerlo attraverso i dettagli (il SOLDINO, cazzo!) e riferimenti ai suoi ricordi, ai personaggi della sua infanzia, che sono gli stessi miei, o al poster in camera su Genova (G8).
Insomma sono contenta di non essermi persa neanche questa sua opera, e continuo ad aspettarlo sul suo blog ogni maledetto lunedì su due.


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